giovedì 30 settembre 2010

Lo stretto di Messina. Scilla e Cariddi.

Cominciamo dal punto più vicino al "Continente", questa avventura è di tutti e per tutti!

…Il mar fra mezzo entrando
tanto urtò, tanto rose, che l’Esperio
dal Sicolo terreno al fin divise:
e i campi e le città, che in su le rive
restaro, angusto freto or bagna e sparte
nel destro lato è Scilla: nel sinistro
è l’ingorda Cariddi. Una vorago
d’un gran baratro è questa, che tre volte
i vasti flutti rigirando assorbe,
e tre volte a vicenda li ributta
con immenso bollor fino alle stelle.
Scilla dentro e le sue buie caverne
Stassene insidiando; e con le bocche
Dé suoi mostri voraci, che distese
Tien mai sempre ed aperte, i naviganti
Entro al suo speco a sé tragge e trangugia.
Dal mezzo in su la faccia, il collo e ‘l petto
Ha di donna e di vergine; il restante,
D’una pistrice immane, che simili
A’ delfini ha le code, a i lupi il ventre.
Meglio è con lungo indugio e lunga volta
Girar Pachino e la Trinacria tutta,
che, non ch’altro, veder quell’antro orrendo,
sentir quegli urli spaventosi e fieri
di quei ceruli suoi rabbiosi cani. …

Virgilio, L'Eneide, volgarizzata dal comm. Annibal Caro, David Passigli e soci, Firenze 1836.

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